domenica 14 agosto 2011

ROCK SPIN



L' ambiente portuale tipico del rock spin


Estate, tempo di vacanze, situazioni meteo stabili e caldo...tanto caldo, tutte condizioni non certo ottimali per praticare lo spinning classico, per il quale si attende l'autunno, così se dalle vostre parti non avete le Lecce Amia a portata di canna e i serra latitano,  niente di meglio che ripiegare su delle comode alternative come il Rock Spin, una tecnica light ed in certi casi anche ultralight per insidiare piccoli pesci all'interno delle strutture portuali, ove ovviamente consentito e senza andare a disturbare le normali operazioni e attività portuali.  


Una baby cernia bruna ingannata da una micro soft bait

Di giorno, come testimoniano queste immagini realizzate in un piccolo porto della Calabria Jonica con Vincenzo Muscolo, o di notte esiste la possibilità di effettuare catture varie e divertenti proprio in funzione della attrezzatura leggerissima utilizzata. Si tratta in sostanza di una pesca di ricerca tra le diverse postazioni del porto, che offrono riparo a pesci come scorfani, piccole cernie, sciarrani, bavose ed altri che vivono in prossimità delle murate o dei pontili galleggianti.


Le dimensioni davvero ridotte delle nostre prede

Nell'interno dei porti si utilizzano quasi esclusivamente piccoli worm da 2"-3"- sino a misure maggiori mai superiori comunque a 4" che con testine piombate adeguate si possono lanciare anche sui frangiflutti esterni nelle situazioni di mare leggermente mosso e vento, che rappresentano però l'eccezione in questa tecnica. Mini grub e piccole imitazioni di fantasia o granchietti e schrimps, (gamberetti) danno di tanto in tanto dei buoni risultati ed allargano il campo della ricerca su fondali più varii. 

a) Mini Eel Zx   b) Ajiym Smith  c) Shirasu 3"  d Sator worm 2,5" Molix
e) Maria soft bait  f) Mini grub Yamamoto  g) Phanter bait  h) Mebarm
Smith  i) Ecogear Creatures

Uno sciarrano ingannato da un mini grub

I worm o comunque i vari piccoli soft bait vanno armati con microtestine piombate il cui compito è sostanzialmente quello di consentire un leggero affondamento senza appesantire o modificare il movimento delle minute esche, che rappresenta agli occhi dei pinnuti la maggior attrazione. Da 1,5 gr. sino a 5-6 gr.  o più da usare al massimo in situazioni di porti dal fondale elevato, queste micro head si devono poter armonizzare nell'innesco con la sezione ridotta dei vari worm o altri artificiali utilizzati.

Alcune delle micro head più utilizzate nel rock spin 


I'irruenza dell'attacco a volte porta ad ingoi profondi dell'esca


Una cernia alessandrina allo stato giovanile

Di solito si utilizzano canne sui 7' molto leggere e sottili con una cima particolarmente sensibile per avvertire le abboccate e le tocche anche minime  con una azione rapida per ferrare immediatamente prima che le prede riescano a sputare l'esca, anche se di solito l' attacco è sempre assai violento e deciso  e l' abboccata così profonda da creare non pochi problemi per la successiva  liberazione.

Le canne da rock spinning devono essere sensibili e leggere

Non sono tantissime le canne da rock spin specifiche disponibili in Italia, ci sono però alcuni modelli della Major Craft come quelli in foto e qualcosa della Graphitleader, poi è il buio più totale e bisogna rivolgersi al mercato on-line. A queste vanno abbinati piccoli mulinelli fissi di classe 2000-2500-3000 con trecciato abbastanza sottile come PE 0.4-0.6 e leader in fluorocarbon da 0,18-0,20mm , configurazione che io preferisco a quella con fluorocarbon da bobina dello 0,15 mm sino allo 0,20mm max che nel caso di esche davvero leggere modifica, rallentandola, la discesa dell'artificiale per via delle numerose spiralature del filo. 

Micro scorfano ingrugnato, sarà presto liberato...

Sciarrano Cabrilla dai bellissimi ghirigori ingannato da un Sator worm custom

La tecnica in sè è abbastanza semplice e assomiglia a quella che di solito viene adottata dai bassmen nei confronti dei black bass apatici e che viene chiama "finesse". Piccole esche che scendono a fil di murata agitando freneticamente la lunga codina e che vengono recuperate con leggeri , rapidi e corti  colpi di cima, tra gli angoli più bui e calmi del porto. Lungo i piloni dei pontili galleggianti, sotto gli stessi pontili nell'ombra, tra le fessure della murata, nei pressi di opere morte a fondo di cui conosciamo con precisione la dislocazione o per finire tra le varie buche della massicciata dei frangiflutti.

Lanci effettuati a filo dei piloni, ricchi di incrostazioni, alghe e di vita...

E' incredibile quali e che varietà di prede abitino questo particolare ambiente e con quale accanimento queste si lanciano sulle piccole esche in gomma, a volte persino recidendole, anche se non sappiamo con precisione se dobbiamo imputare questi tagli a pesci di fondo o persino a piccoli serra che si stabiliscono nei porti come in sicure nursery nelle quali crescere e svilupparsi e che ogni tanto cadono vittima dei micro soft bait. Insomma si aprono scenari davvero inconsueti per gli appassionati dello spinning in mare con una sfida emozionante e  anche se la taglia delle prede è davvero mignon il divertimento vi posso assicurare che è identico...sempre lo stesso quando si avverte quella piccola ed elettrizzante scossa sul polso che tiene la canna!

Baby serra ingannato con tecniche di rock spin, lanciando però tra i varchi liberi
da imbarcazioni.

VISITA ANCHE IL NUOVO SITO DI KAYAKERO

Un grazie particolare a Vincenzo Muscolo ed alla Molix per le attrezzature gentilmente messe a disposizione.

Nessun commento:

Posta un commento