Nei giorni più bui di questa bellissima isola a 535 miglia dal Portogallo, davanti alle coste dell' Africa, colpita da una immane tempesta con piogge e venti di violenza inaudita, volevo ricordare Madeira come l' avevo fotografata in un mio viaggio di cui riporto ancora intense emozioni.
Funchal, la capitale, vista dal mare con in primo piano il forte portoghese di Sao Tiago.
Ero a Madeira per realizzare un servizio turistico sull'isola e soprattutto sul leggendario Reid's Palace Hotel. Uno tra gli alberghi più ricchi di storia al mondo, costruito da un inglese nel 1891, nelle sue stanze erano passati i reali di mezz' Europa, Winston Churchill vi soggiornava di frequente, persino il dittatore Fulgencio Batista, dopo la cacciata da Cuba nel '59 occupò con il suo entourage l' intero terzo piano dell' Hotel, oltre a attori VIP e governanti.
Veranda del Reid' s Palace Hotel
In quell'occasione ero riuscito persino a ritagliarmi qualche uscita in barca per la traina ai marlin con il mitico Capt. Bristow. Un burbero australiano che al suo attivo aveva migliaia di Grander taggati e rilasciati ed esperienze di pesca in ogni parte del mondo. Nonostante i tanti passaggi al largo di Ponta do Pargo non prendemmo nulla e che comunque riusciì lo stesso ad entusiasmarsi quando ci mettemmo a pescare a spinning ai grossi bluefish (pesci serra) che stazionavano alle foci delle levadas.
Capt. Peter Bristow in traina sul Katerine B
E' stato da quelle "levadas" fiumi che dall'alta montagna del centro dell'isola scorrono sino al mare, che è arrivata una valanga d'acqua e fango che in questi giorni ha sommerso l'isola. Mi aveva incuriosito già allora questa paradossale natura con montagne elevate, sempre immerse nella nebbia dove trovavi i mirtilli e una flora fatta di felci e radi ginepri, ma bastava scendere verso il mare per perdersi tra rigogliosi giardini dove crescevano banani dai frutti piccoli e dolcissimi e fiori esotici come le sterlizie.
La montagna di Curral das Freiras
Capt. Peter Bristow in traina sul Katerine B
E' stato da quelle "levadas" fiumi che dall'alta montagna del centro dell'isola scorrono sino al mare, che è arrivata una valanga d'acqua e fango che in questi giorni ha sommerso l'isola. Mi aveva incuriosito già allora questa paradossale natura con montagne elevate, sempre immerse nella nebbia dove trovavi i mirtilli e una flora fatta di felci e radi ginepri, ma bastava scendere verso il mare per perdersi tra rigogliosi giardini dove crescevano banani dai frutti piccoli e dolcissimi e fiori esotici come le sterlizie.
La montagna di Curral das Freiras
La costa era invece un continuo susseguirsi di altissime falesie, alternate a piccole baie come a Porto Moniz dove la scogliera lavica era disseminata di piscine naturali e dove i pescatori tiravano in secco le loro piccole barche in legno colorate. Funchal la città capoluogo era meta di turisti, soprattutto inglesi, che non mancavano di compiere tutte quelle consuetudini che rendono caratteristico un luogo. Insomma, non potevi dire di essere stato a Funchal se non scendevi a rotta di collo dalla ripida collina del santuario di Nossa Senora del Monte su dei grossi cesti di vimini montati su pattini di legno.
I "Carros de Cestos" nella discesa del Monte
Come non potevi proprio mancare di centellinare un sorso del famoso vino di Madeira nelle antiche cantine Blandy' s, un rito al quale ricordo indugiavo sovente con piacere e che dividevo con un certo fastidio con torme di turisti "all inclusive" vocianti ed eternamente sudaticci.
Ma bastava allontanarsi dai luoghi da cartolina per immergersi nei vicoli della Funchal vecchia, con l'acciotolato nero e lucido degli scarichi del vicino mercato del pesce, o perdersi tra le decine di "azuleios" le ceramiche colorate che ornavano le case più antiche.
Funchal una piazza del centro storico.
Mi attardavo gioiosamente tra i vicoli alla ricerca di quei ristorantini dove potevi assaggiare una "caldeirada" (zuppa di crostacei, pesci, molluschi e verdure) degna di questo nome o il famoso "bacalhau" (baccalà o merluzzo salato con patate e pomodoro) di cui i portoghesi furono i primi importatori dalle terre del Nord.
Ho ancora di questa magnifica isola tante belle sensazioni e mille cose che riempiono i sensi e che rimangono tue per sempre e così mi piace ancora ricordarla, come appare in queste mie immagini e come spero di ritrovarla in un futuro prossimo.
I faraglioni di Eira Achada sulla costa nord atlantica
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