Collezione John Van Opstal Horta
Il termine "scrimshaw" è lo slang di "gingillo", "passatempo" una occupazione qualsiasi che impegnava gli uomini a bordo delle navi baleniere che dal New England agli inizi dell'800 arrivavano alle isole Azzorre e a Madeira per la stagionale caccia ai capodogli e alle balene. Il grasso dei cetacei era oro, in un periodo in cui l'illuminazione era ancora a petrolio e così queste acque hanno visto per oltre due secoli marinai di ogni tipo sfidare la sorte e gli elementi . Con il tempo si prese l'abitudine di incidere i grossi denti dei capodogli, sino ad oltre 30 cm di lunghezza, disegnandovi scene di mare, con la descrizione della caccia, i battelli e tutto ciò che poteva colpire la fantasia di quei marinai. Non c'è un soggetto unico ma piuttosto una serie di soggetti. A volte assumono spesso un valore intimistico, secondo una tradizione marinara comune in tutte le acque del globo. Così le decorazioni incise sui lunghi denti degli odontoceti diventano quasi degli ex-voto per una preghiera di madre esaudita per lo scampato pericolo di una lancia, che sta per essere colpita dalla coda di un capodoglio ferito. Sacro e profano assieme, visto che sugli scrismshaw venivano disegnate spesso e volentieri donnine discinte in pose lascive, una nauti-pornografia che si può ben comprendere, quando i periodi di permanenza in mare erano lunghi ed interminabili senza alcuna possibilità di scendere a terra.
Collezione John Van Opstal Horta
Sorprende a volte l'incredibile realismo di alcuni scrimshaw, il tratto fine e minuzioso, un disegno accurato che restituisce con assoluta fedeltà scene di vita quotidiana, come quella ritratta nell'immagine seguente. Una madre che imbocca il suo piccolo, più impegnato per la verità ad osservare forse lo sconosciuto artista che ha fermato questo momento privato presso un accampamento Inuit o di popolazioni del Grande Nord, come si intuisce dai tratti somatici di entrambi. Quasi un istantanea d'altri tempi, pregevole per composizione e validissima documentazione antropologica insieme.
Museu Scrimshaw "Cafè do Atlantico" Collezione privata
Le Azzorre hanno da sempre rappresentato una meta obbligata per ogni battello a vela o motore che si accingesse ad attraversare l'Atlantico, passati i fasti delle grandi baleniere che si ancoravano alla fonda nel canale Do Pico è stata la volta delle grandi barche a vela transoceaniche. Per tutti i navigatori il porto di Horta ha rappresentato più di un rifugio da tempeste e mare agitato, la Taverna do Atlantico da "Peter" era la meta agognata da raggiungere. Oggi in una sala tapezzata di legni caldi e odorosi si può ammirare una straordinaria collezione di scrimshaw dedicati all'epopea della caccia ai grandi cetacei.
John Van Opstal l'ultimo Scrimshander delle Azzorre nella sua casa laboratorio ad Horta
Avevo incontrato John in una mia passeggiata in cerca di inquadrature suggestive nei dintorni di Praia do Almoxarife, una piccola spiaggia di sabbia nera vulcanica sul fondo di un canyon ripido. Era seduto sui gradini della sua casa in legno con i colori sgargianti tipici dell'architettura delle isole, intento a lucidare quella che a prima vista mi parve come una piccola zanna d'avorio. Era invece uno scrimshaw appena terminato ed ovviamente passai tutto il resto della giornata con lui. Allora proprio non capivo cosa potesse aver spinto un manager olandese a capo di una delle più importanti agenzie pubblicitarie, a mollare tutto e isolarsi in mezzo all' Atlantico assieme alla splendida moglie Joke, per incidere denti di capodoglio e pescare saraghi nella schiuma strepitosa che solo un oceano sa confezionare. Ma allora ero solo più giovane...
I tipici e coloratissimi mulini a vento dell'isola di Faial (Azzorre)
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